Lo Stellato

Collana di testi e studi storici della Società Salernitana di Storia Patria

Editore: Francesco D’Amato
brossura, illustrazioni in b/n e a colori, formato 14 cm x 21 cm

Raffaele Iula,
con la presentazione di Giuseppe Cacciatore
Collana lo Stellato, N. 2, 2023, ISBN: 9788855250924

Poteri e istituzioni politiche in Italia meridionale e in Sicilia in epoca medievale

Questo volume non vuole presentare solamente un compendio di storia politica dell’Italia meridionale altomedievale, di cui non mancano ad oggi validi manuali. La narrazione storica funge piuttosto da punto di partenza per analizzare l’evoluzione dei principali titoli adoperati e concessi ai vari potentati del Mezzogiorno, prima longobardo e poi normanno. Il fine ultimo consiste dunque nel considerare gli strumenti titolografici di governo che furono adoperati, nei contesti più diversi, nei circuiti del potere della Langobardia minor. Si è voluto, in tal modo, fornire un agile mezzo di consultazione per porre al meglio le basi atte ad inquadrare il panorama storico-economico e monetale del Mezzogiorno continentale ed insulare fino alla costituzione del Regno normanno di Sicilia ad opera di Ruggero II (1130-1154). 

Barbara Visentin,
con una nota di Giovanni Vitolo
Collana lo Stellato, N. 1, 2021, ISBN: 9788855250931

Spazi urbani, signorie monastiche e minoranze etniche nel Mezzogiorno medievale - La chiesa di Santa Maria de Domno a Salerno

Santa Maria de Domno, fondata nel 989 dalla nuova dinastia principesca di Salerno, è la chiesa del Principe, destinataria di cospicue donazioni e specchio di una mentalità nuova, che esprime un’ideologia del potere nata dalla complessa sovrapposizione tra struttura amministrativa, legami personali e risvolti di natura economica. La nuova chiesa, segno tangibile del rinnovato equilibrio sociopolitico ed economico, costituisce il punto di contatto privilegiato tra cristiani ed ebrei, all’interno di uno spazio urbano che da città agraria si trasforma in città capitale del Principato: l’opulenta Salernum. Un circuito virtuoso nel quale presto si inserisce anche la neonata Congregazione cavense, assicurando la sopravvivenza della cappella alla sua gens fondatrice e a se stessa proficue relazioni politico-economiche, nel cuore di un Mezzogiorno multietnico.